lunedì 30 aprile 2012

IL PRIMO MAGGIO DI COSTANTINO MORTATI




IL PRIMO MAGGIO DI COSTANTINO MORTATI

Il numero 5 (Anno I, 1910) del Periodico Letterario – Scientifico – Politico di S. Demetrio Corone, LA GIOVINE CALABRIA, ospita un articolo di un giovanissimo Costantino Mortati. Il titolo è “Agli operai calabresi”. Lo si ripropone. Come il lettore può vedere è un appassionato invito ai calabresi alla riscossa, a rimuovere gli ostacoli che impongono al popolo della Calabria schiavitù e restrizioni. Sono passati tanti anni da quel 1910, molte cose sono cambiate, eppure la regione continua a essere una delle ultime, sotto vari aspetti, dell’Europa. L’invito di Mortati ad alzare la testa è ancora più attuale e ricco di valore civile. (Francesco Perri)


 
AGLI OPERAI CALABRESI
di Costantino Mortati*


“date anche voi l’ultimo colpo di piccone
che faccia crollare il vacillante
edificio sociale.”

Il 1° Maggio è, per quanti hanno dedicato la loro opera all’emancipazione della classe operaia, per quanti ne seguono con simpatia il cammino ascensionale, giorno di gaudio ineffabile; oggi infatti tutti gli operai del mondo civilizzato, mossi dallo stesso sublime sentimento, abbandonano concordi il lavoro ed, all’ombra dei rossi stendardi ondeggianti all’aure della risorgente primavera, si riuniscono per notare i progressi compiuti, per riaffermare i loro voti e le loro speranze, per innalzare un inno fervente d’amore all’Ideale santo che li dovrà redimere. Ma in noi, che amiamo di vero e sincero amore questa sventurata terra calabrese, il gaudio di questo giorno è velato, la gioia è smorzata; un senso di sconforto invade l’anima nostra al doloroso spettacolo dell’apatia del popolo calabrese che sembra non aver coscienza dei tempi, né fede in se stesso e che per rassegnato ai mali di cui si lagna; in Calabria, infatti, la classe lavoratrice, come ente collettivo, non esiste, poiché non ha ancora dato nessuna seria manifestazione di solidarietà, di armonia, di unità d’intenti.

sabato 28 aprile 2012

Francesco Perri, per amore di campanile... di Dante Maffia


Francesco Perri
Pasquale Scura  - L’Italia una e indivisibile
Roma, Edizioni Lepisma, Roma 2011

di Dante Maffia



E’ proprio vero, le sorprese spesso vengono, nei lavori storici o letterari, dai «non addetti ai lavori», come si dice, cioè da studiosi che in silenzio e in disparte mettono mano su documenti inediti, si appassionano, distillano le carte, le confrontano e ne ricavano opere necessarie per meglio intendere il senso della vita di un personaggio o della storia.

Francesco Perri, per amore di campanile (lo dichiara esplicitamente nella Premessa), ha cominciato ad appassionarsi, nel senso più autentico e scientifico che si possa immaginare, alle attività di un suo compaesano, Pasquale Scura, magistrato che fu scelto da Giuseppe Garibaldi per stilare il verbale del plebiscito del 1860 in cui per la prima volta in modo solenne si parla di «Italia una e indivisibile». Certo,  era il frutto di decenni di battaglie, ma a Scura tocca il compito di redigere l’atto formalmente e ciò lo porta alla ribalta delle cronache, con momenti vissuti in auge e altri vissuti nelle ristrettezze e nella condizione umana quasi disperata.

IL LAVORO DI PERRI NELLA RECENSIONE DI MAFFIA

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NUOVA ANTOLOGIA/ Maffia sul lavoro di Francesco Perri




Nel numero di ottobre – dicembre del 2011 NUOVA ANTOLOGIA, la storica rivista fondata da Giovanni Spadolini, ospita una recensione di Dante Maffia sul volume di Francesco Perri, Pasquale Scura – L’Italia una e indivisibile, Roma edizioni Lepisma 2011.

Maffia scrive, tra l’altro, “Lavoro ampio e ben formulato che permette di entrare pienamente sia nell’epoca in cui Scura ha vissuto (1791 – 1868) e sia nel personaggio che presenta sfaccettature varie e dà una certa idea di Risorgimento poco frequentata dagli storici di professione”.

MAGGIO 2012


Numerazione civica di VACCARIZZO ALBANESE




Così era la vecchia numerazione civica
di VACCARIZZO ALBANESE

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